Corso di Perfezionamento in “Il Mediterraneo e il Medio Oriente oggi: problemi e prospettive”

Contenuti del corso
Il Corso di perfezionamento “Il Mediterraneo e il Medio Oriente oggi: problemi e prospettive” intende studiare, con una prospettiva sincronica, l’attuale configurazione delle politiche economiche, culturali e sociali nello spazio mediterraneo. Il Corso ha come principale obiettivo quello di formare esperti nelle relazioni economiche, giuridiche, politiche e culturali tra i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. L’area del Mediterraneo appare sempre più decisiva per l’interesse nazionale, dal punto di vista dello sviluppo economico, della sicurezza, dell’approvvigionamento energetico, del controllo dei flussi migratori. Le trasformazioni che attraversano oggi quest’ampio spazio geopolitico e geoeconomico richiedono una formazione nuova e interdisciplinare, che fornisca alle figure professionali che dovranno in esso operare gli strumenti storico-culturali di base e le competenze tecniche necessarie per corrispondere alle esigenze di un mercato, di una forma di civiltà, di un sistema di relazioni internazionali in rapido cambiamento.

Modulo 1 Storia e Politica nel Mediterraneo

  • Medio Oriente moderno: politica interna, conflitti regionali e rapporti con le grandi potenze;
  • I rapporti italo-libici nel secondo dopoguerra;
  • L’impatto della Belt and Road Iniziative nel Mediterraneo.

Modulo 2 Economia, Finanza e Sviluppo nell’area mediterranea

  • I conflitti da instabilità nel Mediterraneo e Medio Oriente e il ruolo delle Comunità Internazionali;
  • Economia e Finanza dei paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo;
  • Mediterraneo prossimo venturo: come ricostruire un tessuto economico-finanziario efficiente tra spinte identitarie e armonizzazione;

Modulo 3 Religione e dialogo interconfessionale

  • Mediterraneo e Impero Romano;
  • Islam e libertà religiosa: principi e sfide contemporanee;
  • Islam civile e Islam politico;
  • Cristianesimo e Islamismo nel Medio Oriente e in Africa settentrionale.

Modulo 4 IUS/13 Diritti umani e il dialogo interculturale

  • Diritti Umani e dialogo interculturale nel Mediterraneo;
  • Processi di codificazione nel mondo Arabo in materia contrattuale;
  • I Diritti Umani nell’Unione Europea.

Modulo 5 L’Africa

  • La questione femminile nel contesto storico, politico e religioso;
  • La Shari’a e il mondo contemporaneo;
  • Opportunità di lavoro in Africa;
  • Il partenariato Africa – UE. Quali lezioni del passato, quali prospettive.

Modulo 6 Le questioni energetiche

  • Energia nell’area del Medio Oriente e del Mediterraneo: sviluppo e investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica;
  • Energia e sviluppo sostenibile dell’area del Medio Oriente e del Mediterraneo: strumenti di cooperazione e investimenti nella trasmissione;
  • Mediterraneo Oggi: problemi e prospettive.

Modulo 7 Cooperazione e finanza

  • Finanziamento dello Sviluppo e Progresso dell’Economia Marocchina;
  • Gli istituti di Promozione Nazionale in Europa;
  • I Fondi Europei per la cooperazione tra l’Europa e Africa Mediterranea;
  • Les modes de financement nationaux ed internationaux des projets de developpement en Tunisie.

Modulo 8 Sicurezza e sviluppo

  • Migrazione e sicurezza internazionale;
  • I Balcani tra integrazione euroatlantica e influenze esterne;
  • Cina e Mediterraneo.

Struttura
Numero minimo di partecipanti: 10
Numero massimo di partecipanti: 50
Ore complessive di formazione così ripartite:
Lezioni frontali: 68
Studio individuale: 82
Tesi finale: 50
Totale 200 ore
Modalità di erogazione della didattica: convenzionale
Lingua di erogazione della didattica: italiano

Obiettivo del corso
Il corso mira a formare esperti nelle relazioni economiche giuridiche politecniche e culturali tra i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Requisiti di ammissione
Laurea triennale. Laurea magistrale oppure Laurea specialistica oppure Laurea ante DM 509/1999 (vecchio ordinamento) o altro titolo di studio universitario conseguito all’estero riconosciuto idoneo.

Profilo professionale
Il profilo professionale risponde alla figura di un esperto in possesso delle competenze specialistiche, di base, per operare nel settore delle attività innovative d’impresa e di partnership per l’ideazione e lo sviluppo di progetti ed iniziative nei territori dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Destinatari
Laureati di primo o di secondo livello sia italiani che stranieri (purché in possesso di titolo riconosciuto idoneo). Il corso non prevede limiti di età.

Titolo rilasciato
Attestato di partecipazione al Corso di perfezionamento in Il Mediterraneo e il Medio Oriente oggi: problemi e prospettive. Il conseguimento è subordinato alla frequenza non inferiore all’ 80% delle lezioni e al superamento della prova finale. Il Corso attribuisce 10 CFU.

Per iscriversi, visionare il website della “Lumsa Università“.

L'immagine può contenere: testo
Pubblicazione degli argomenti di studio e della rassegna stampa della II Edizione Corso di Perfezionamento “Mediterraneo e Medio Oriente Oggi: problemi e prospettive“. La rassegna stampa è stata a cura di Domenico Letizia.

La presentazione della pubblicazione da parte del presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale – Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele:

“Sono davvero lieto di presentare questo rapporto, che riassume l’essenza del Corso di Perfezionamento dell’Università LUMSA – realizzato con il fondamentale contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che mi onoro di presiedere – dal titolo “ Il Mediterraneo ed il Medio Oriente oggi: problemi e prospettive”, ideato e diretto da Franz Martinelli con Giampaolo Malgeri, giunto alla sua seconda edizione. Si tratta di un esaustivo e puntuale rapporto, corredato della rassegna stampa più significativa, che intende dar conto delle finalità di tale percorso formativo di eccellenza e raccogliere in maniera organica le lezioni tenute durante la precedente edizione da docenti universitari, esperti e professionisti operanti presso organizzazioni nazionali ed internazionali e manager del mondo della cooperazione internazionale.
Vorrei, innanzitutto, illustrare il perché dell’importanza di un corso così concepito. Il Mediterraneo è caratterizzato da secoli da conflitti, pur nella perseveranza di sensibilità comuni su molteplici temi.
Insieme alla miseria ed alla corruzione dilagante in quel mondo, ed alla costante delle guerre di religione, una delle cause della comparsa del fondamentalismo è sicuramente la carenza di formazione professionale della stragrande maggioranza delle popolazioni.
L’attenzione dei governi del mondo, l’ONU e la Comunità Economica Europea inclusi, net confronti di tale area del mondo, da circa 30 anni a questa parte, è stata pressoché inesistente, nonostante periodiche convenzioni sottoscritte (come ad esempio il Trattato di Nizza del 2001, che fissava la nuova struttura dell’Unione Europea in funzione dell’adesione dei nuovi membri dell’Europa centro orientale e mediterranea). E vero che sono state attuate delle riforme, ma il modello di crescita adottato è talmente avanzato rispetto al substrato culturale degli abitanti da non produrre alcun effetto degno di nota. Nei Paesi dell’area mediterranea prevale sensibilmente 1’offerta di posti di lavoro di scarsa qualità manifatturiera, ed è ovvio che — con il boom demografico che non accenna a diminuire ma anzi cresce a dismisura — il 40% degli abitanti di fascia d’età compresa tra i 15 ed i 30 anni rimane drammaticamente inutilizzato, alla disperata ricerca di una soluzione.
Dunque c’è tanto da fare, sia in termini di formazione delle giovani generazioni che di promozione di scambi di partenariato. Ci si sta provando. Ma finora i tentativi hanno sortito scarsi risultati, tant’è che la situazione in questi anni e persino peggiorata.
E qui si innesta l’azione della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, che è l’unica realtà in Italia che si sta adoperando concretamente per dare risposte a quest’ordine di problemi. Come amo spesso ripetere, da giovane ero un europeista convinto; successiva— mente (dal ‘78, per essere precisi), sono diventato critico dell’Europa di oggi e convinto che la moneta unica non abbia giovato – come si credeva – alla crisi europea, bensì l’abbia aggravata. Mi sono persuaso che l’eurocentrismo non sia coerente con le problematiche del nostro Paese e dei Paesi mediterranei storicamente vicini – per tradizioni, storia e costumi – all’Italia. Oggi sono convinto che una soluzione potrebbe individuarsi nella doppia circolazione: avere la doppia moneta non è un dramma, esistono altri Paesi che 1’hanno adottata. Inoltre, nel solco del pensiero di Federico II che mi ha sempre ispirato, ho una visione totalmente opposta a quella attualmente in voga di un’Europa germanocentrica, propugnando da sempre, al contrario, una federazione degli Stati mediterranei il cui centro nevralgico si collochi in Sicilia, con Palermo come Bruxelles.
Fatta questa premessa, che spiega la nascita della Fondazione Terzo Pilastro Inter- nazionale (già Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo), abbiamo tentato, per iniziare, di essere propositivi net confronti dei nostri governanti, consegnando già anni fa all’esecutivo di turno un documento programmatico che affrontava in maniera approfondita le tematiche più urgenti della nostra politica, tra cui la sicurezza e l’immigrazione, ma non abbiamo mai ricevuto neppure un riscontro. Così come nessuno ci ha mai risposto allorché ci siamo candidati a gestire, gratuitamente e sotto l’egida del governo, il Museo dell’Africa Orientale sito a Roma, tristemente chiuso da molti anni. E allora Siamo passati dalla fase della proposta a quella dell’azione.
A tal proposito abbiamo contribuito al restauro della Cattedrale di Sant’Agostino di Ippona ad Annaba in Algeria ed al restauro dei locali dell’Istituto dei Monumenti di Cultura (IMK) a Tirana in Albania; abbiamo partecipato con 1a nostra orchestra al prestigioso Festival di musica sinfonica di El Jem in Tunisia; abbiamo sostenuto un imponente progetto di irrigazione nelle aree predesertiche di Nabeul (sempre in Tunisia); abbiamo resa possibile la creazione a Jaramana, in Siria, di un campo di calcio per la comunità locale e per i profughi iracheni ospitati nella stessa località; abbiamo restaurato la statua di Dante Alighieri a La Valletta, a Malta; ideato e realizzato la conferenza internazionale su “Il ruolo delle donne nella nuova era del Mediterraneo” a Valencia; sostenuto il progetto
internazionale di salvaguardia e ricostruzione del patrimonio monumentale dell’umanità di- strutto dalla furia iconoclasta in Medio Oriente, promosso assieme all’Associazione “Incontro di civiltà”, che si è tradotto in una splendida mostra seppur virtuale al Colosseo, riguardante le meraviglie archeologiche di Palmira, Ebla e Nimrud; abbiamo poi dato vita ad una Fondazione per la Ricerca sul Cancro a Malta (ECRFM); sempre a Malta abbiamo sostenuto la pubblicazione di due importanti volumi, “Incontri con La Val- letta” e “History of San Anton”; siamo intervenuti in Siria con il progetto “Ospedali aperti” a Damasco; abbiamo una presenza costante in Spagna e in prospettiva anche in Grecia. Ricordo, altresì, il progetto Aqaba-Eilat, “One more step towards Peace”, promosso dal- l’istituto per la Cooperazione Universitaria Onlus, il cui obiettivo è quello di promuovere la formazione delle giovani generazioni attraverso una serie di programmi di scambio di studenti arabi ed ebrei delle scuole della comunità di Aqaba e della comunità di Eilat. E non ultimo in collaborazione con la LUISS Guido Carli abbiamo creato il “Progetto Mediterraneo”, rivolto a studenti appartenenti a quest’area geografica, nonché a studenti rifugiati, per dare loro la possibilità di laurearsi in materie economiche seguendo i corsi della LUISS, e poi far ritorno a casa al fine di contribuire, attraverso il know-how acquisito, allo sviluppo economico-sociale dei loro Paesi d’origine. Senza parlare, poi, dei convegni quali “Mediterraneo: Porta d’Oriente” (2010), e della bellissima pubblicazione dal titolo “Arte e cultura nel Mediterraneo nel XX secolo”.
Ciò perché, a mio avviso, dovremmo essere tutti protagonisti concreti in questo mo- mento storico così particolare e delicato, capaci di dare risposte tangibili a bisogni reali. Ricordiamoci sempre che l’Italia è un Paese di emigratiti: essere affabulatori è facile e noi italiani siamo maestri in tale pratica, ma dobbiamo, assolutamente e senza indugio, passare dalle parole ai fatti se vogliamo davvero creare i presupposti per aiutare in loco coloro che oggi chiamiamo “invasori”. Dobbiamo capire che con l’Europa “a due velocità” non si arriva da nessuna parte. Ecco il motivo per cui occorre sostenere le organizzazioni e gli enti senza scopo di lucro che, con coraggio, sono vicini realmente ai bisogni di queste popolazioni, che fanno quello che – ahimè – gli Stati non sono più in grado di fare. Ed ecco perché abbiamo sostenuto anche nel 2018 il progetto di cui qui si tratta: perché questo impegno sinceramente encomiabile contribuisce a far comprendere le motivazioni per cui si deve assolutamente insistere per una centralità del Mediterraneo nello scacchiere internazionale nella nostra epoca”.