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Frumento: lo stato della produzione in Italia e nel Mondo

Lo scenario internazionale nel Mondo e nel Mediterraneo sulla produzione del frumento. Romacereali, il meeting internazionale della filiera cerealicola organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, è un seminario internazionale sulla filiera cerealicola che ogni anno riscuote una partecipazione attenta da parte degli operatori e degli esperti del settore che intervengono da ogni parte del mondo.

L’ultimo evento formativo e informativo ha offerto agli imprenditori della filiera cerealicola, riuniti in collegamento telematico a causa della pandemia globale, un puntuale aggiornamento dei consuntivi e delle previsioni relativamente ai mercati nazionali ed internazionali, nel passaggio dalla campagna di commercializzazione 2019‐2020 a quella 2020‐2021.

Lo scenario internazionale della produzione di frumento

Effettuare un’analisi dello scenario internazionale sull’attualità del frumento in tempi di coronavirus appare una sfida particolarmente importante per la comprensione dei fenomeni commerciali legati a tale settore. L’effetto più rilevante generato dalla pandemia è stato quello delle restrizioni delle esportazioni, decise con modalità diverse da alcuni paesi (Russia, Kazakistan, Ucraina, Romania) per stabilizzare i prezzi interni e proteggere la sicurezza alimentare in presenza di una maggiore incertezza della domanda e di difficoltà nelle catene logistiche e stimolando al rialzo il movimento dei prezzi in tutto il mondo.

A livello globale possiamo dire che la raccolta del frumento potrebbe segnare un ritardo a causa delle difficoltà organizzative e di reclutamento della manodopera, derivanti dalle misure di contenimento della pandemia.
Altro elemento di preoccupazione è l’andamento climatico che, in numerose aree del mondo è soprattutto legato ai problemi di siccità ma anche al rischio di piogge torrenziali.

Nell’Europa dei 27 la produzione di frumento totale è prevista in diminuzione di 23,3 milioni di tonnellate, collocandosi a 131,7 milioni di tonnellate nella campagna 2020‐2021 (pari a ‐15%) e la superficie destinata a frumento è prevista in diminuzione da IGC (‐3,0%).

Invece, in aumento è la produzione del 2020‐2021 di frumento in Italia: 7,4 milioni di tonnellate (+13,8% rispetto alla campagna 2019 2020). I consumi alimentari, come utilizzi Food, Seed and Industrial (FSI), aumentano più di quelli per i mangimi. Sostanzialmente, il commercio globale del frumento mostra, secondo la previsione per la campagna 2020‐2021, una tendenza alla riduzione, rispetto alla campagna 2019‐2020, per le difficoltà registrate nel mese di aprile.

Le maggiori esigenze di importazione in Nord Africa potrebbero comunque sostenere il commercio mondiale nel 2020/21 rimettendo al centro di scelte strategiche il Mediterraneo e l’economia del bacino comune.

A tale andamento contribuiscono anche le scelte dei consumatori che si sono orientate all’acquisizione di maggiori scorte di prodotti ed ingredienti alimentari per poter cucinare in casa, non potendosi recare ai ristoranti, puntando molto sulla tracciabilità e sull’autenticità del prodotto. Molti italiani sono tornati a fare la spesa e il controllo della qualità del prodotto è divenuto un elemento importante anche nell’acquisto di farine, pane e frumento. Un nuovo approccio alla Dieta Mediterranea, all’idea di frumento e all’importanza di politiche alimentari legate al Mediterraneo.

Un progetto che segue tale direzione è Roads of the indigenous grains in the Mediterranean (IngraMed), presente sul portale di Prima Observatory, ideato e coordinato da Gi.&Me. Association con partner dall’Italia, dalla Grecia, dalla Tunisia e dal Marocco. Il progetto pone i grani autoctoni e il Mediterraneo al centro di interessi economici e formativi, poiché i grani autoctoni sono una parte integrante del patrimonio genetico della biodiversità mediterranea, frutto della selezione operata dai contadini in novemila anni di storia dell’agricoltura delle civiltà del Mediterraneo. Il progetto nasce con l’intento di voler fornire un concreto contributo alla valorizzazione dei Grani Autoctoni del Mediterraneo con il consolidamento del legame in agricoltura tra prodotti e territorio, una visione particolarmente importante per le politiche alimentari dell’Italia finalizzate alla produzione di qualità.

Infatti, ricordiamo che nel periodo compreso tra luglio 2019 e febbraio 2020 l’Italia ha importato 1,8 milioni di tonnellate di frumento, pari ad un +54% rispetto allo stesso periodo della campagna 2018/19. Come evidenziato anche dall’ISMEA che ha svolto, e continua a programmare, interessanti indagini sulla domanda e l’offerta dei prodotti alimentari nelle settimane di diffusione del coronavirus in Italia, soprattutto per le filiere cerealicole, il tema dell’approvvigionamento della materia prima risulta di fondamentale importanza, così come la qualità e la tracciabilità del grano e dei suoi derivati.

Articolo di Domenico Letizia pubblicato dal quotidiano economico finanziario “Money.it

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L’importanza del grano e della rete “InGraMed”

Si torna a discutere di grano e di diplomazia del grano per l’importanza del settore in tutto il bacino del Mediterraneo. Il grano nel Mediterraneo, o più precisamente il frumento, è il cereale più diffuso al mondo per via dell’alta resa produttiva e delle infinite possibilità di utilizzo dei suoi derivati, come le farine.  

Il grano autoctono può essere indicato come il vero attore protagonista della Dieta Mediterranea, quello che deve fornire almeno la metà delle calorie da assumere giornalmente per coprire il nostro fabbisogno energetico. Il grano, ieri come oggi, è al centro di importanti decisioni geopolitiche mondiali, che interessano i maggiori consumatori al mondo, ossia l’area mediterranea. 

Il grano, è fortemente influenzato dai cambiamenti climatici. Lo scenario più negativo per il futuro,prevede una diminuzione del 25% della produzione mondiale tra il 2030 e 2049 e, al contempo, la FAO e l’OCDE prevedono che, per nutrire il mondo, la produzione di grano dovrà aumentare del 60%. I giochi politici e la diplomazia del Mediterraneo gravitano attorno al grano e chi lo controlla ha un ruolo strategico. La sua domanda è sempre in crescita,lo consumano 3 miliardi di persone nel mondo, innumerevoli sono le imprese e le start up interessate al settore, anche con l’innovazione tecnologica, e attualmente si produce solo in una decina di paesi.